Sono passati 5 anni dall’assassinio di Michael Jackson.
Come sempre, l’effetto è doppio: da un lato sembra essere passato tanto tempo perché è come se tutto si fosse fermato a quell’attimo in cui si apprese la notizia, dall’altro lato sembra anche poco a pensarci perché sembra sempre ieri che MJ stava preparando il suo progetto del ritorno infondendo gioia e speranza ai suoi fans.
Comunque, quest’anno è stato diffuso il nuovo album postumo, “Xscape“, dal quale è stato tratto il singolo “Love never felt so good“, che mette una grande nostalgia per l’unicità ineguagliabile del Re del Pop.
Inoltre, ai Billboard Music Awards 2014 è stata eseguita la canzone “Slave to the rhythm” con un Michael Jackson sotto forma di ologramma. Grazie alla tecnologia della motion-capture, ai movimenti di un performer anonimo sono state attribuite le sembianze di MJ proiettate sul palco, dando l’impressione quasi che MJ fosse tornato, sebbene sia abbastanza evidente la differenza tra il vero MJ e la copia.
Il sogno di ogni multinazionale: avere canzoni e performance di MJ senza MJ!
Se da un lato può far piacere vedere come i pezzi, lo stile e la voce di MJ riescano ad essere ancora attuali nonostante si tratti di canzoni anche di 30 anni fa (il primo singolo estratto era del 1984!), dall’altro lato c’è da fare una riflessione.
In pratica MJ è stato trasformato in un semplice prodotto, un marchio. Il massimo per una multinazionale senza scrupoli: materiale e fama del più grande artista di tutti i tempi, senza di lui! Perché dover assecondare volontà e tempi di un artista che magari non sottostà ai diktat imposti dall’alto, quando si può guadagnare un mare di soldi da roba vecchia rielaborata da qualsiasi persona a buon mercato, ma etichettata a suo nome?
E’ come il marchio “Made in Italy” applicato a prodotti fatti nell’Est.
Se si voleva fare soldi in modo corretto, una casa discografica seria avrebbe dovuto tutelare MJ, assecondarlo e aiutarlo, invece di boicottarlo (vedi “Invincible”: album non pubblicizzato, annullamento della produzione dei singoli, mancata realizzazione di “Unbreakable” come primo video/single, ecc.), ostacolarlo, spremerlo il più possibile (raccolte e simili invece di sostenerlo), accettare (o assecondare?) la distruzione della sua immagine per indebolirlo e piegarlo ai propri interessi (gli MTV Video Music Awards 2002 e 2003 non saranno mai dimenticati).
Come si riuscì a forzare MTV a trasmettere i video di MJ nel 1983, una casa discografica tanto potente come la Sony avrebbe potuto facilmente boicottare il canale e i mezzi che stavano distruggendo l’immagine del loro artista più importante forzandoli a cambiare atteggiamento. Altrimenti a che serve la casa discografica?
Forse gli faceva comodo indebolirlo per costringerlo a sottostare alle richieste della Sony, o a portarlo alla situazione per cui è stato facile eliminarlo nel 2009? Peggiore era la situazione di MJ, più sarebbe stato facile manipolarlo e costringerlo su certi binari…
Ad ogni modo, questo blog boicotta integralmente la Sony dal 2009 in ogni sua forma e in ogni suo prodotto: musica (album, ecc.), cinema (Sony Pictures, Columbia, ecc.), home-video (tecnologia Blu-ray, ecc.), videogaming (Play Station, ecc.), tecnologie varie (tv, videocamere, fotocamere, radio, stereo, cellulari, cd, dvd, cuffie, ecc.).
Il boicottaggio terminerà soltanto nel momento in cui tutto il catalogo attualmente denominato “Sony-ATV Music Publishing” non verrà restituito al 100% agli eredi di MJ.