Ebbene sì, Paris Jackson ha subìto una rappresaglia punitiva per aver rilasciato un’intervista a Rolling Stone in cui, tra le altre cose, ribadisce il fatto che il padre sia stato assassinato.
Non si tratta dell’unica dichiarazione fatta da Paris, ma evidentemente quella ha dato molto fastidio.
Ed è per questo che un plotone di Paparazzi è stato inviato a scopo intimidatorio appositamente per molestarla, accecarla e demolirla. E’ fin troppo evidente.
Come altri hanno detto, sollecitati sull’argomento, «Parlarne pubblicamente ci metterebbe a rischio. Se hanno potuto uccidere MJ.. potrebbero facilmente fare del male anche a noi».
E questo assalto ne è stata la dimostrazione. Il messaggio è che se parla sanno come trovarla e come renderle impossibile la vita. Così come fecero con il padre. Certo che questo attacco ha avuto forse la controindicazione che ha portato nuovamente sotto i riflettori tutta la faccenda, anche con chi si era perso quell’intervista (o quel pezzo dell’intervista), con la conseguenza di confermare ulteriormente quanto già sapevamo.

Questo atto non fa altro che consolidare la determinazione nel continuare il boicottaggio totale delle multinazionali e di tutti quelli che hanno portato alla morte di MJ.

Nell’intervista, c’erano anche tanti altri pezzi interessanti, come quando alla domanda sul tempo che lenisce il dolore Paris ha risposto:
«Dicono sempre che il tempo guarisce, ma non è realmente così. Semplicemente ti ci abitui. Vivo la vita con il pensiero: “Ok, ho perso l’unica cosa che è sempre stata importante per me”. Così andando avanti, qualsiasi cosa brutta che succede non può essere così brutta come ciò che è accaduto prima. Così riesco a sopportarlo.»

Su MJ e i tatuaggi a lui dedicati:
«Lo sento sempre con me. Non mi ha dato altro che goia, quidi perché non avere un costante ricordo di quella gioia?»

Parla anche del tentato suicidio nel 2013:
«E ‘stato solo l’odio di sé, bassa autostima, pensando di non poter fare niente di buono, pensando di non essere più degno di continuare a vivere.» Dice anche che ci furono più tentati suicidi, ma «Solo uno è diventato di dominio pubblico».

L’articolo continua con la riabilitazione, gli studi e l’adolescenza. «Facevo un sacco di cose che 13-14-15enni non dovrebbero fare. Ho provato a rescere troppo rapidamente, ma non ero così scaltra.»

Ricorda il bullismo subìto: «La storia della totale libertà di parola sarebbe bella, ma non credo che i nostri Padri Fondatori avevano previsto i social-media quando crearono quegli emendamenti e il resto.»

Addirittura accenna ad una molestia sessuale subìta a 14 anni da parte di uno sconosciuto: «Non voglio entrare nel dettaglio, ma non è stata una bella esperienza ed è stata davvero difficile per me e, all’epoca, non dissi niente a nessuno.»

Accenna al suo ragazzo, musicista 26enne.
Anche lei suona e compone canzoni ma, giustamente, non crede di firmare mai un contratto con un’etichetta musicale.

Tra le altre cose, dice anche:
«Tante persone pensano che io sia cattiva, e tante persone non lo pensano. Ma ci sono momenti in cui mi dimentico dei miei problemi di autostima e mi concentro su ciò che il fotografo mi dice, e mi sento carina. In un certo senso, può essere egoista…»

Ma parla anche di animalismo e ambientalismo, dimostrando una certa sensibilità (ereditata dal padre, evidentemente).
Vedendo degli animali imbalsamati in un museo, dice che queste cose le fanno male. Poi si esprime sulla distruzione della barriera corallina. «E’ come morire. L’intero pianeta sta morendo. Povera Terra..» e dice che la notorietà e la fama può essere utilizzata per portare delle cause importanti all’attenzione della gente. «Sono nata con questa cosa, la sprecherà nascondendomi o la farò aumentare e la userò per cose più importanti?»
MJ le disse: «Se vuoi essere più grande di me, puoi. Se non vuoi, puoi. Ma voglio solo che tu sia felice.»

Ricorda come MJ fosse un’ottimo padre, citando anche quello che scrisse Jermaine nel suo libro nel 2011. Parla della scuola, della cucina, della musica…

Risponde ai dubbi sulla sua parentela con MJ.
«Lui è mio padre. Lo è sempre stato e lo sarà sempre. Le persone che lo conoscevano veramente bene dicono che lo rivedono in me […] Mi considero “nera”. [MJ] mi guardava negli occhi e puntando il dito su di me diceva “Tu sei “nera”, sii orgogliosa delle tue radici”. E io pensavo “Ok, lui è mio padre, perché dovrebbe mentirmi?”. Quindi credo a quello che mi ha detto perché, per quello che so, non mi ha mai mentito. […] La maggior parte delle persone che non mi conoscono dicono che sono “bianca”. ho pelle chiara e, soprattutto da quando ho i capelli biondi, sembro nata in Finlandia o qualcosa del genere.»

Sulla madre Debbie Rowe dice:
«Quando ero veramente, veramente giovane, mia madre non esisteva. Poi ho realizzato che un uomo non può partorire un bambino» e ricorda di come chiese a MJ al riguardo e di come ha conosciuto la madre solo a 13 anni. Un pezzo abbastanza divertente.

Continua ricordando il momento in cui capisce che “il mondo” ce l’aveva col padre. «Immaginatevi vostro padre che piange per l’avversione del mondo contro di lui per qualcosa che non ha fatto. E per me, lui era l’unica cosa che contava. Vedere il mio intero mondo in difficoltà… Iniziai ad odiare il mondo per quello che stavano facendo a lui. Pensavo “Come può la gente essere così meschina?”… Scusate, mi sto emozionando.»

Ricorda che MJ parlava di tutto con loro, anche delle accuse rivoltegli. «Non ci ha mai detto sciocchezze. Provi a dare ai figli la migliore infanzia possibile, ma devi anche perpararla al mondo perverso.»

Ricorda anche il 2009, quando MJ era entusiasta per i concerti del This Is It Tour, ma che vistosamente lo stavano dissanguando.
Ed è qui che parla della AEG LIVE e la ritiene responsabili della sua morte, ma ricorda come anche altre persone ci fossero dietro la sua morte. Viene ricordato come MJ disse «Un giorno mi uccideranno» (come anche Lisa Marie Presley raccontò ad Oprah Winfrey riferendosi al suo catalogo musicale divenuto Sony/ATV.
«E’ ovvio, tutto indica che si è trattato di assassinio. Suona come una totale teoria del complotto e sembra una sciocchezza, ma tutti i veri fans e tutti nella famiglia lo sanno. Era organizzato.» (…) «Tante persone lo volevano morto. (…) Voglio giustizia, assolutamente, ma è un gioco a scacchi. E sto provando a giocare a scacchi nel modo giusto. E questo è tutto ciò che posso dire adesso.»

Ed evidentemente è questo il punto che ha dato fastidio. Probabilmente ha sbagliato mossa, infatti l’attacco squadrista è stata l’evidente reazione ad una frase che li ha fatti sentire minacciati… Forse ha avanzato male il pedone esponendosi al contrattacco degli alfieri… Ma qui hanno sbagliato perché è come se giocando a Poker mostri di avere 3 assi in risposta ad un gesto che può non voler dire niente…

Ricorda anche il suo discorso al MJ Memorial: «Quella è stata la prima volta che l’ho difeso pubblicamente, e sicuramente non sarà l’ultima.»